Operatrice Beni Culturali- indirizzo informatico, da sempre attiva nel mondo dell'arte contemporanea anche nell'organizzazione e nella cura di eventi artistici internazionali.

La mia passione per la fotografia, in particolare, risale al 1975 quando, ancora quindicenne, entro per la prima volta in una camera oscura che diventerà, da lì a poco, il mio luogo di lavoro in quanto Tecnico di Radiologia Medica. Per ragioni professionali, quindi, in quasi quarant'anni ho assistito, step by step, ai grandi cambiamenti e alle grandi trasformazioni che la tecnologia ha imposto a quest'ambito lavorativo, compresa quindi la camera oscura che da “oscura” è diventata “chiara” e da analogica si è trasformata in digitale. Questa grande rivoluzione tecnologica, figlia prediletta di questa nostra Era, ha influenzato inevitabilmente, in modo positivo, anche il mio pensiero artistico consapevole, già da subito, della straordinaria potenzialità che la tecnica e la tecnologia digitale stava offrendo anche ad un linguaggio, come quello fotografico, per definizione in continua evoluzione in quanto legato da sempre, e per sempre, alla tecnologia.
Creo, quindi, le “Morfeografie, il mondo onirico di Giuseppina Mastrovito”. Esse sono il risultato di recenti ricerche e sperimentazioni con tecniche fotografiche tradizionali applicate all'atto dello scatto e successivamente trasferite in un ambiente digitale di archiviazione immagini, dove l'artista esegue minime modifiche strutturali e cromatiche. Questa sperimentazione di commistione tecnica mi ha permesso di rappresentare il mondo reale immerso in un sogno in cui la realtà ha i suoi contenuti ma con una forma evanescente, a volte lontana ed effimera. Tale risultato mi ha richiamato alla mente il mondo onirico di Morfeo dio dei sogni. F
igura della mitologia greca, figlio di Ipno e di Notte, Morfeo, possiede grandi e possenti ali che lo portano rapidamente da una parte all'altra della terra. Da qui il termine “Morfeografie” nome scelto per le mie rappresentazioni
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Spesso Morfeo è accompagnato da una cerchia di folletti che rappresentano le illusioni. Non è un caso, quindi, che abbia scelto proprio il “folletto”come firma digitale .